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terça-feira, 5 de outubro de 2010

COL CAVOLO
Luciana Littizzetto


Così dicono gli esperti. Tre anni. L'amore vero dura tre anni. Qualcosina in più di mille giorni. Dopodiché buongiorno bignola, ciao contadina. Non è più la stessa cosa. Prima saliva il desiderio e calavano le mutande, poi succede il contrario. Cala il desiderio e risalgono le mutande. E non solo in senso metaforico, perché si abbandonano i tanga si ritorna al caldo abbraccio della braga ascellare.
(Moglie, nome comune di cosa)

Io non voglio essere una donna con le palle. Le tette mi bastano e avanzano. Non so voi ma io non l'ho mai avuta 'st'invidia del pene. Ho avuto nostalgia, qualche volta. Ma chi lo vuole? Lo stimo, il pene. È un bell'articolo, per carità. Sa essere divertente quando si impegna. Quando non ha bisogno di un viagra station wagon. Ma che rimanga lì dove è sempre stato. Non mi interessa assolutamente. Neanche in saldo. Io voglio rimanere una donna normale. Che non si fa mettere i piedi in testa ma sa tollerare.

Io ho deciso. Non voglio avere ragione. Voglio essere felice.
(Donne con le palle)

Vero è che non c'è una misura giusta in assoluto, ma una giusta per ciascuno. È come per gli abiti. "Allora l'ideale sarebbe la sartoria. Il vestito su misura." Sì però quando si tratta di uomini uno deve rassegnarsi alla grande distribuizione. "Giusto. Provare e riprovare." Finché un po' per celia e un po' per non morire si trova quello non dico che ti sta perfetto ma almeno non fa troppo difetto.
(L'indice di virilità)

Gli uomini in casa sono come i pelli in bocca: danno noia.
(Elettrointelligenti)

Autunno. Sarebbe tempo di migrare. Far le valigie e come i rondinoni veleggiare verso paesi più caldi. E invece ci tocca barcamenarci qui, sotto questo cielo fané, tra le foglie secche che nascondono le cacche di cane e le malinconie pesanti come trapunte. E basta con quelli che dicono: "Eh ma i colori dell'autunno, però..." Eh ma i colori dell'autunno però una mazza. Saranno belli nelle Langhe. Deliziosi nel Chianti. Mozzafiato sulla Sila. Ma non qui a  Torino, nelle nostre piazze devastate, alle fermate provvisorie dei bus, e nei cortili pieni di macchine.
(Rumori modesti)

Ormai l'unica cosa che fa battere il cuore agli uomini non sono le donne. Sono i pacemaker!
(Cosa fa battere il cuore agli uomini? Il pacemaker)

Credo che l'unica soluzione sia trasferirsi in America. Magari a New York che in fondo è un posticino di mare tranquillo. Almeno lì si dice pane al pane e vino al vino. Bread to bread e wine to wine. Non come qui che di parole ne abbiamo in esubero. Vagonate e vagonate di termini che ci confondono i pensieri. Gli amanti poco convinti, per esempio, proprio giocherellando con le parole sono in grado di farti vedere i sorci multicolor. Frase classica: Ti voglio bene  ma non ti amo. Che poi tradotto in lingua corrente significa: Vengo a letto con te ma levati dalla testa che io sia il tuo fidanzato. Ipocrita. Io invece ti odio ma non ti ammazzo. Quindi ritieniti fortunato e sparisci dal mio orizzonte che se ti becco, ti riduco a pan grattato e ti faccio stare tutto in una scodella. Spacciatore di minchiate. Gli americani non hanno 'sto impiccio. Loro dicono subito: ti amo. I love you. Se lo dicono per salutarsi, per farsi le coccole, per dichiararsi amore eterno. Altrimenti usano il mi piaci. Che almeno è leale. I like you. E visto che sono entusiasti lo adoperano parecchio. Lo sussurrano all'orecchio della fidanzata e lo esclamano davanti a una fetta di cotechino. Noi invece sempre lì con il misurino. Mi vuoi bene ma come? Come alla tua cocorita? Ma quanto? Dammi un'idea di dosaggio. S.q.? Secondo quantità come nelle ricette dei manuali? Adesso i codardi azzardano anche il: "Mi fai stare bene". Alla Biaggio Antonacci. Sai che sforzo. Mi fai stare bene lo puoi dire a chiunque. Persino al tuo medico shiatsu quando ti schiaccia i piedi e ti mette a posto la cervicale. E poi il "mi fai stare bene" la dice lunga su quanto sia sempre tu il punto di partenza, l'alfa e l'omega del tuo moto sentimentale, il baricentro e la convergenza dei tuoi sensi, gran tornitore delle mie palle. Io, dopo aver frequentato un omino per ben dieci mesi, mi sono sentita dire le seguenti parole: "Be', la nostra, come dire... relazione." Prego? Come dire relazione cosa? Stiamo insieme da dieci mesi, ci siam fatti vedere da mezzo mondo, mi hai presentato anche ai tuoi cugini di terza che vivono sulla riva del Grange e ancora non trovi le parole? Piscialletto. E mi presentava anche come "la sua migliore amica". Ahhhh!!! A pensarci mi si arricciano ancora le dita dei piedi. Migliore amica??? Peccato che tu con la tua migliore amica fai praticamente le stesse cose che fai con una fidanzata, sgorbio. E allora spero che tu non ne abbia molte, in questo momento, di migliori amiche oltre a me. Da infilzarlo con le forchettine della bourguignonne. L'ho lasciato. E ora sto con un altro che non mi dice quasi mai I love you ma almeno sta zitto e lascia che glielo dica io.
(I love you s.q.)

Guardate balenghi che le donne lavorano tutte. Anche quelle che fanno le casalinghe o le mamme lavorano. Anzi. Forse anche più di quelle che stanno in ufficio. Non c'è nessuna donna che nella vita non fa niente. Quelle morte, forse.
(La pillola quattro stagioni)

I fidanzati di riserva sono come i vestiti fuori moda. Non ce la fai mai a sbarazzartene per davvero. Li tieni lì, in una piega del cuore, chissà mai che. Prima o poi potrebbero tornare di moda. E infatti. In questi casi li puoi rispolverare. Tirar fuori dalla naftalina. Però non devi illuderti. Li puoi rimettere addosso per una sera soltanto. Anche tutta una notte se hai freddo. E basterà. Basterà per consolarti ma anche per accorgerti che purtroppo sono tristemente e irrimediabilmente passati di moda.
(Fidanzati di riserva)

Adesso va di moda l'uomo metrosexual. Che non è quello che la mattina prende il metrò facendo il maniaco sessuale con l'impermeabile aperto, ma il maschio che non rinnega la sua femminilità. Vale a dire l'Adamo che, amando più se stesso di Eva, si mette il fondotinta, si spinzetta le sopracciglia, si depila, si fa la manicure. Abbiamo voluto la parità? Siamo diventate mezzi uomini? Loro son diventati mezze donne. Ci sta bene. Così impariamo a confondere i ruoli. E ora ci tocca fidanzarci con gli emuli di Re Pompone sognando camionisti con il lato famminile ben nascosto.
(Ci mancavano i metrosessuali)

Ho scoperto di avere addosso un amore peloso? Bon, lo tolgo. Ma in modo drastico, alla radice. Non è che sto lì col rasoio, pian pianino, tric tric, convinta che faccia meno male. I fidanzati sono come i peli. Se non li deserbi in maniera definitiva, se li gratti via dolcemente col Mac tre, ritornano. Rispuntano. Prima piano piano, poi si fan più tosti e nel giro di un quindici giorni sei da capo. Invece no. Strappo. STRAC... CHEMALE. Un colpo solo. Dolorosissimo. Intenso ma più breve.
(Dichiarazioni d'amor)

Sono nata così. Con questa genetica predisposizione al NO. Non so perché ma al consenso preferisco il dissenso. Il no mi piace. Anche il gesto che lo accompagna. Scuotere la testa di qua e di là, soprattutto quando mi sono appena lavata i capelli, mi dà tanta soddisfazione. E poi mi piace pronunciarlo il no. Perché lì in mezzo, tra le pieghe di quella sillaba nasale, ci sta dentro un sacco di roba. Il rifiuto per esempio. Il nossignore. Il levatelo dalla testa. Che non è mica roba da buttare via. Perché il rifiuto è sempre differenziato. C'è no e no, insomma.
(No)

Lei mi ha insegnato tante cose. Per esempio che non bisogna aspettarsi di essere sopraffatte dal classico amore a prima vista. Che l'importante è accontentarsi. Va benissimo anche un amore a seconda, terza, quarta vista. E che comunque mai, per nessun motivo al mondo, ci si deve far sfuggire le occasioni. Perché il tempo passa e a una certa età poi ti viene il culo secco come un cantuccio e non te ne fai più nulla. Al massimo puoi bagnarlo nel vin santo. E che in amore bisogna anche un po' rassegnarsi. Che agli uomini a una certa età non vieni più duro niente. tranne l'aorta.
(Standing ovulation)

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