Pesquisar este blog

segunda-feira, 20 de dezembro de 2010



In confidenza. Parlandovi proprio da imbecille a imbecille. Care  Sheherazade che non avete ancora trovato uno straccio di sultano a cui raccontare uno straccio di storia che vi faccia passare la notte, non disperatevi. Smettete di affogarvi in cisterne di Fiori di Bach e datemi retta. Qunato vi sentite sconfinatamente single, quando la malinconia di essere sole vi blocca il gozzo e non riuscite a mandar giù neanche un goccio di succo di frutta, fate così. Guardate i fidanzati o i mariti delle vostre amiche. Guardateli bene. E poi domandatevi se c'è ancora  da piangere perché siete da sole.
(I fidanzati delle altre)

****
É che noi donne siamo fastidiose. Ci abbiamo la fastidiosità inserita nel DNA. Sarà che il cuore ci batte più veloce e diventiamo insofferenti. Abbiamo bisogno che il nostro Re mogio ci dica delle robe. Ma non robe qualsiasi, tipo: "Guarda che ti scade il bollo dell'auto". Parole d'amore, dannazione. Agogniamo l'assoluto. Vogliamo credere che siamo fatti proprio uno per l'altra.

E io che una volta credevo nel principe azzurro. (...) O son cretina o comincio a dubitare che sia una specie protetta. Magari si è estinto da anni. Ho trovato svariati uomini che mi piacevano, con i quali ho fatto anche un pezzo di strada. Principini, principastri, principuzzi. Non tantissimi per la verità. Con qualcuno ho giusto fatto due passi. Mai a cavallo. Sempre a piedi. Ma nessun principe azzurro.
(Il principe azzurro)

****
La coppia è come la maionese. A chi riesce al primo colpo a chi non riesce mai. Ed è un casino quando impazzisce. Hai voglia a rimescolare. E, se alla fine riesci a non farla colare giù dal lavandino ma a recuperarla in extremis, non sarà mai una maionese che vale un granché. E neanche una coppia. Che vale un granché.
(Amore in tubetto o amore in vasetto?)

****
Ci vorrebe un coeur simple, come dicono i francesi. Che sappia vivere con semplicità. Che la faccia facile, insomma. Di qui il bene, di là il male. Qua i buoni e laggiù i cattivi. E poi bianco e nero. Ma la vita è un marasma... basta poco perché i cuori si ingarbuglino e facciamo cilecca. Forse darsi una bella calmata non guasterebbe.
(Jam session di parolacce)

****
Facciamone una ragione. Gli uomini son più fortunati. Possono tenersi i peli, farsi crescere i baffi, stare spettinati como lo Yeti, guardarsi in faccia e continuare a parlare mentre fanno pipì negli orinatoi delle stazioni e persino trasudare come provole stagionate di Battipaglia perché tanto l'omo ha da puzzare. E non di bergamotto.
Per noi è il contrario. A noi tocca essere fighe sempre. Caschi il mondo. Ma per essere tali bisogna possedere una dote essenziale: non patire il freddo. Io personalmente non ce la faccio. Tengo il piumone nel letto fino a Ferragosto, pensa se riesco a resistere vestita come una rollata de vitello solo di bretelline. Mi faccio addirittura crescere i capelli perché patisco il freddo alle orecchie... Eppure ci sono donne che viaggiano con minigonne alte come cerotti e salvabuchi copricapezzolo anche nei giorni della merla. O hanno il sangue freddo come i pitoni reticolati o una copertura antibiotica perenne. E agli uomini piacciono da matti. Vanno pazzi per quelle vestite solo di rossetto che agli incroci fanno fermare le macchine perché le scambiano per semafori. Quale sono le tipiche donne fiore.
Sì. Perché esistono due tipi di donne. Le donne fiore e  le donne verdura. Le donne fiore sono belle. Straordinariamente belle. Eleganti e piene di stile da far schifo. Vanno guardate e ammirate. Toccate poco, sennò si guastano. Se gli sciogli un'aspirina nell'acqua durano di più. Da lontano sembrano profumatissime, ma se le annusi spesso non sanno di niente. Però, qualunque sia l'occasione, fanno semper una gran bella figura.
E poi ci sono le donne verdura. Che non sono tanto belle, ma danno sapore. Ci sono le donne sedano, pallide e allampanate, quelle finocchio, basse e tonde, le donne patata americana, che puoi tenere per anni in cucina e piantarci addoso anche gli stuzzicadenti e loro germogliano lo stesso. Le donne verdura sanno di qualcosa. Sempre. Alcune sono addirittura afrodisiache. Se poi le metti nel barattolo, conservano il gusto e durano per anni. Quelle fiore, quando appassiscono, fanno solo tristezza.
(Donne fiore o donne verdura?)

****
Quando dividi il tuo letto a baldracchino da un bel po', quando la barchetta del tuo amore da qualche anno veleggia giuliva nel mare aperto del "per sempre", può capitarti sulla rotta uno scoglio non previsto. Un colossale faraglione che se non sei più che abile al timone rischia di sfondarti la prua e di farti affondare. Parlo della noia. Quel sentimento appiccicoso col quale tutte le coppie prima o poi si scontrano. É una botta dura e il suo rinculo ti catapulta inesorabilmente sul divano davanti alla tv.
(Uffa che noia)

****
É che all'inizio si fan tanti salamelecchi. E candele, e regalini, e dichiarazioni strappacuore. Ci si adatta persino ai gusti del partner, anche se sotto sotto li si detestano. Poi, passato un po' di tempo, basta. Finito. Si butta la maschera alle ortiche e ci si mostra in tutta la propria miseria.
(Passioni flambé)

****

Le madri son doni del cielo, come i fulmini, i tornadi e la grandine.

Poi le madri sono tutte un po' stregone. Fanno diagnosi e prescrivono cure con la sicurezza e la professionalità di un primario delle Molinette non indagato. Mia madre riusciva a sentire se avevo l'alito di acetone a distanza di otto metri e ancora adesso mi dice che quando prude guarisce e mi urla che il naso si soffia prima un buco e poi l'altro.
(Son doni del cielo)

****
... Nella buona e nella cattiva sorte, abbiamo giurato, al mare e in montagna, in salute e in dissenteria, fino a che morte non ci separi. Brrr... L'idea che dopo il matrimonio solo la morte ci possa separare da lui è orribile. Allora sposarsi è come contrarre una malattia cronica. Non guarisci mai. Ti passa se muori. Pensa che bello.

Se vuoi conservare una serena intesa amorosa con tuo partner, devi conoscere ogni giorno qualcosa di nuovo su di lui. Niente di più facile. Non c'è giorno che non scopriamo in quanti modi può essere cretino.
(Cara Donna Letizia)

****
Adesso ci tocca un argomento spinoso. Le verità ali amici. Cosa dire e cosa non dire? Meglio mentire pinocchiando sulle cose o preferire sempre la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità? Mah. Forse è il "momento" quello che fa la differenza. Una certa verità detta al momento giusto è terapeutica, detta fuori tempo rompe il ritmo dell'anima e fa soltanto male. E poi, quando si parla di verità detta o taciuta, è fondamentale porsi una domanda e cioè: serve? È una verità necessaria? È una verità che può davvero cambiare in meglio le cose? Forse a volte è preferibile una piccola bugia. Ancor di più un'assenza, un non detto, un'omissione. 
Perché dire alla tua amica che quel vestito che si è comprata non è solo brutto, è ributtante, quando lei pensa di aver fatto l'acquisto migliore della sua vita? Serve? Direi di no. Lei ha sempre avuto gusti barbari. Che stia avvotla nella sua tappezzeria fiorata e vada felice. La solfa cambia se,conciata da bambola tirolese, pensa di andare a un colloquio di lavoro. Ecco. In questo caso la verità è d'obbligo. Indispensabile quanto l'aria che si respira.
Nelle verità è importante anche il punto di vista. Guardare con gli occhi dell'altro è un esercizio mica tanto facile. Ma quale "lo dico per te"? Ma cosa ne so io di lui? Sono forse medium? Veggente? Leggo il futuro negli avanzi di spezzatino? Non posso sderenargli il cuore a fin di bene. Il cuore non si sderena mai a fin di bene. La tua amica si è fidanzata da un mese con un essere spregevole. È proprio il caso di avvelenarle l'anima dicendoglielo? Senti, Molly, ti sei accorta che passi il tempo con un disinvolto imbecille, vestito da nostromo del tonno, un pisquanone che si vanta di  avere l'auto con la marmitta "paralitica" e legge "Tuttosport" tenendo il segno delle righe col dito? Visto che la poverina è felice, si è fidanzata da una manciata di giorni dopo anni di tregenda, azzarderei il no. Forse è meglio aspettare. Dandole, se è il caso, qualche spintarella illuminante verso lo squarciamento della mantovana che l'amore le ha calato sugli occhi. Lo capirà da sola di essersi accoppiata con un decerebrato che al posto della testa ci ha una pentola a pressione colma di vapore e condensa spessa. Verrà il tempo. E quando verrà tu dovrai essere lì, pronta, con il mocio Vileda ad asciugare le lacrime.
(Amici e bugie)





Nenhum comentário:

Postar um comentário

Seguidores