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domingo, 30 de janeiro de 2011



Será l'età. Sicuramente sarà l'età.D'altronde, passata la boa degli anta (ah, se è passata!), mica puoi considerarti una giovincella, ammettiamolo. Sarà l'età, dunque, ma a me questo mondo frenetico, ipertecnologico, performante, fatto di pin, password, home banking, facebookato, twitterizzato, internettizzato mi ha stancata. Ha sbriciolato la mia pazienza, ridotto all'osso la mia voglia di essere up-to-date, aggiornata (anche perché, diciamolo, quello che è nuovo oggi domani è già superato), che in me rischia di trasformarsi in un maccheronico out-of-mind, fuori di testa. E così non mi resta che scendere da questo tram troppo moderno, un po' impazzito e salire su quello del passato. Nostalgico, rassicurante, lento, molto lento. Una locomotiva, insomma! Perché io, care lettrici, a ben vedere, qualche rimpianto ce l'ho. Rimpiango, in ordine sparso, il telefono a muro. Nero, grande, stabile, sopratutto posizionato in un angolo ben preciso della casa. Trovarlo era facilissimo. Non come il cordless, che suona suona e non sai mai dove si è ficcato. Lo rimpiango così tanto, il telefono a muro, che sarei disposta a riavere il duplex (chi è up-to-date vada a cercarsi in Rete che cos'era). Rimpiango le lunghe lettere scritte a mano con la penna stilografica (che meraviglia, la penna stilografica), e depositate nella buca delle lettere. Che gioia riceverle! Lunghe, ben più lunghe delle striminzite 160 battute degli sms. E poi, che cosa vuoi dire in 160 battute? A meno che non le scriva Quasimodo: "Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera". Rimpiango la segreteria telefonica modello trolley, tanto era grande. Due cassette (beato chi le ha conservate!), una per registrare il messaggio da lasciare a chi ti telefonava, l'altra per ascoltare i messaggi di chi ti cercava. Due pulsanti, due soli gesti. Mica come le segreterie dei cellulari che devi premere 1 per ascoltare, 6 per cancellare, 7 per memorizzare ecc. Rimpiango i 33 giri o Lp, che dir si voglia, stupendi dischi in vinile: 30 centimetri circa di diametro, per 25-30 minuti di amabile ascolto a facciata. Comprarli era una soddisfazione, davano l'impressione di avere fatto un ottimo investimento e quasi li abbracciavi mentre li portavi a casa. Mica i cd che, comunque, a breve rimpiangerò anche loro. Bello, bellissimo, il giradischi, con quella puntina da posare piano piano sull'Lp per non rovinarlo. Che delicatezza! Sono anacronistica, lo so. Ma la nostalgia, a volte, profuma di buono. Come buone erano le bistecche di brontosauro che l'adorabile, rossa Wilma cucinava per il suo amato Fred. Che tra un boccone e l'altro le urlava: "Wilma, dammi la clava!". Ah, i Flinstones e la mitica Età della pietra. Età della pietra? Che mi sia spinta un po' troppo indietro? Vabbè, prendetela così. E non facciamone un dramma.

(Lucia Cordero - caporedattore "Donna Moderna" - 17/11/2010 nº 46)

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